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Fotografia

CAMBOGIA. Alfredo La Malfa

Da anni Alfredo La Malfa, fotografo e pellegrino, viaggia per le strade impervie del mondo alla ricerca dei segni metafisici che l’uomo trascende nello spazio e nella pietra. Il suo cercare è nell’andare, cogliendo i segni del mistero lungo il cammino: un andare ispirato come preghiera. «Le mie foto- mi spiega- sono come un’offerta a quel sentire interiore che si apre alla teologia sulle tracce dell’homo religiosus». Dopo l’Etiopia, il Tibet, l’India, i tanti cammini di Santiago, ora è la Cambogia, con un ampio numero di scatti in cui la pietra sacra (ad Angkor, Siem Reap e in altri luoghi), squadrata grigia sbrecciata, custode di antichi segni del mistero, apre nello stupore e nel silenzio al miracolo della luce. Fuori, sulle pareti del tempio, è la moltitudine stupefacente delle figure rilevate, assorte in un principio antico di enigmatica saggezza. Dentro è la nudità di spazi dove tutto è fissità e distacco, dove il minimo rumore nei corridoi e negli ambienti, anche quello dei passi, sembra violarne il segreto. Dove il mistero dell’uomo e della vita sono interpretati nella bellezza dello sguardo interiore; dove radici di alberi secolari hanno invaso con i loro inarrestabili percorsi ogni fessura, realizzando imprevedibili intrichi di legno e pietra. Viene da pensare al tempo, a quel suo progredire vegetale in un abbraccio vitale col sentimento religioso. Tutto il fotografo registra nelle immagini con uno sguardo intensissimo, discreto, eppure solenne, con un sentimento autentico di fede e di poesia, inseguendo figure vestite d’arancio che incedono a passi lenti e misurati tra le pietre. Traversando con esse il tempio oltre la soglia: dove l’anima è luce.

Giorgio Agnisola