Dai riti dell’antica Roma al turismo religioso moderno1

§1. Inquadramento storico: dalla processione romana al concetto del percorso devozionale cristiano

A Cugini
Prof. Alessandro Cugini

Il concetto della processione, il procedere in gruppo ed in fila verso un luogo sacro, era ben presente nella tradizione dell’antica Roma ove, nei secoli, grazie all’espandersi della Repubblica e dell’Impero furono acquisiti nuovi miti e religioni molteplici.
Il termine antico per indicare questa forma particolare di devozione individuale e collettiva non derivava dal verbo “procedere”2 bensì da quello di derivazione greca di “pompa”3, cioè l’azione di un corteo in una “manifestazione complessiva e magnifica” che può essere di natura religiosa, ma più spesso un’occasione di festa, di svago, di potere. Tuttavia, ritroviamo nella letteratura classica, quella del periodo augusteo, il concetto del corteo verso lo spazio sacro4 che, per i Romani, era il templum – un luogo consacrato, orientato secondo i punti cardinali, come prescritto dal rito dell’inaugurazione – che corrispondeva allo spazio sacro del cielo. L’altare o ara era la struttura sacra dedicata alle cerimonie religiose, alle offerte e ai sacrifici. Delle 45 feste maggiori (Saturnalia, Ferialia, i Parentalia, i Cerialia, i Vinalia, i Opiconsivia, ecc) solo i Matralia (11 giugno) ed i Vestalia (9-15 giugno) prevedevano nei riti anche la processione.

Per i Romani, specie durante l’età repubblicana, più che di sentimento religioso collettivo si deve parlare di attaccamento individuale ai riti, ossia alle pratiche destinate a invocare la protezione divina, a guisa di un contratto: il singolo individuo, o un gruppo familiare o sociale, o l’intera comunità prestavano agli dei il culto dovuto ma si aspettavano in cambio il soddisfacimento dei loro desideri. Per questa ragione i riti, le processioni ed i sacrifici andavano compiuti secondo un preciso, minuzioso rituale rimasto invariato attraverso i secoli.
Va aggiunto, peraltro, che presso gli antichi romani del periodo repubblicano il termine religiosus presenta una complessa accezione di cui troviamo traccia in tre letterati. Il primo è Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.): nell’orazione Sulla scelta dell’accusatore parla di religiosa delubra (santuari sacri), non intendendo templi tristi per cattivo presagio, ma che ispirano rispetto per la loro maestà e santità. Per il secondo, Masurio Sabino (15 a.C.-…), la valenza positiva dell’aggettivo religiosus è qualcosa che, per il suo carattere sacro, è lontano e separato da noi: il termine deriverebbe da relinquo (separare) così come caerimonia (venerazione) da careo, astenersi. Per il terzo, Aulo Gellio (120-180 d.C.), religiosus significa irreprensibile e rispettoso e che regola la propria condotta su leggi e scopi ben definiti. Sottolinea peraltro l’ambivalenza dell’aggettivo, adducendo l’opposto significato che esso assume nella designazione di religiosus dies e religiosa delubra e afferma: «Si dicono infatti dies religiosi i giorni che un triste presagio rende di mala fama o di vietato impiego, nei quali non si possono offrire sacrifici o iniziare nuovi affari».
L’accenno alle processioni gli fa affermare che i templi e i santuari sono chiamati religiosa perché ad essi si accede non come folla indifferente e distratta, ma dopo una purificazione e nella dovuta forma, e devono essere più riveriti e temuti (et reverenda et reformidanda) che non aperti al volgo. Importanti, ma tutt’altro, erano sia la processione di nozze5 che la processione nel trionfo attribuito al comandante vittorioso.6

Esaminando il mutare dei riti romani nel tempo, la forma rituale fu un elemento cardine dell’antica religione romana: in quel tempo, talune concezioni di magia relative alla difesa contro le potenze del male avevano un valore costrittivo e perdevano valore se la frase od i gesti – come la processione al templum – fossero pronunciate o attuate in modo errato o incompleto.7
Nel periodo imperiale, invece, sorse una teologia della reciproca corrispondenza di tutte le divinità, formulata ed orientata su modelli ellenici: i culti di Eleusi e di Dioniso si diffusero così rapidamente che già nel 186 d.C. furono vietati a Roma ed in Italia dal cosiddetto “Decreto dei Baccanali”. A queste forme greche si aggiunsero le religioni orientali che assursero al rango di “misteri”: l’introduzione del culto frigio di Attis e di Cibele si concretizzò nella costruzione di un tempio sul Palatino per la celebrazione di riti misterici e si consentì che fosse tenuta ogni anno una processione pubblica con la raccolta di danaro in onore delle due divinità8 . Successivamente, nel 319 d. C., Costantino scrisse in una lettera successiva all’Editto di Milano, “Voi che credete di fare cosa utile, recatevi nei vostri templi e celebrate i vostri riti tradizionali”9 . Dopo il lungo periodo dell’organizzazione della Chiesa, delle molteplici eresie e dei Padri della Chiesa, il Rinascimento portò un umanesimo paganizzante fatto non solo di gusti letterari, ma di pretesi riti neoplatonici e di supposte confraternite. Dell’ultimo grande moto popolare, la devozione dei Bianchi del 1399 che dal Delfinato traboccò in Italia, che dette luogo ad un grande pellegrinaggio a carattere penitenziale, il cronista coevo Giovanni Sercambi, disse che “era nato dal fatto che ormai non si muovevano più né le signorie, né i prelati, né i savi”10 .
In sintesi, quindi, non possiamo parlare in epoca romana di “pellegrinaggio”, concetto di epoca più moderna.
Lasciamo la processione romana: dal concetto di percorso devozionale cristiano al Cammino moderno, indichiamo alcune tappe:

* Evo antico: primi e rari viaggi devozionali individuali verso i Luoghi Santi del Cristianesimo11;

** Medio Evo: viaggi devozionali collettivi, attuati da persone di qualsiasi condizione sociale e per alcuni secoli, per raggiungere un luogo sacro, definiti “Pellegrinaggi12;

*** XVII-XIX secolo: inizio del turismo vero e proprio come evoluzione del pellegrinaggio: sono viaggi culturali elitari , non strettamente religiosi, compiuti da poche persone per conoscere luoghi sacri, ma anche storici ed artistici, e sono genericamente definiti “Grand Tour“;

**** XX secolo: il pellegrinaggio tradizionale è residuale rispetto ai viaggi di piacere e di interesse culturale, compiuti da molte persone di ogni condizione sociale, residenti e non nello Stato, spesso dannosi per le aree visitate, definiti “Turismo di Massa“, viaggi di piacere, culturali, di conoscenza artistica, ecc.;

***** XXI secolo: pur permanendo la tendenza generale per il turismo di massa, una nicchia della domanda turistica all’esigenza spirituale affianca la sensibilità ambientale: i viaggi nella natura, nella storia e nella cultura accompagnano il viaggio di fede, trasformando il pellegrinaggio in un “turismo lento e sostenibile13“, individuale e di gruppo, in Borghi, Parchi e Cammini nei quali ricercare la dimensione spirituale, non solo devozionale tradizionale.

Dalla processione romana al concetto del percorso devozionale cristiano e al Cammino moderno, si passa ad una vera e propria trasformazione del concetto di pellegrinaggio nel tempo e nello spazio14 . Ancor oggi, in tutto il mondo, secondo regole e religioni diverse, il pellegrinaggio è storia dell’umanità, di quella che intende relazionarsi con Dio e con gli altri fratelli che non conosce: diversi sono i modi di praticarlo: nella condivisione del cibo, nella preghiera, nell’entrare in relazione con il prossimo, nella fraternità e nella solidarietà del viandante, ma in tutti è comune la metafora della vita, il tendere al bene, all’aiuto reciproco, nella comune chiave dell’umano desiderio di avvicinare “qualcosa di superiore” alla propria caduca esistenza.15 Nei prossimi capitoli esamineremo il tema delle forme e modalità differenti del pellegrinaggio nelle religioni moderne.

§2. L’evoluzione bimillenaria della devozione nella religione cristiana.

Forte di secoli di pellegrinaggi a luoghi santi, a partire da quelli della vita e morte di Gesù, la cristianità ebbe difficoltà ad accogliere il nuovo concetto di “turismo religioso”, misto di ricerca della fede, devozione collettiva, viaggio di conoscenza storico-culturale, ansia di ottenere benefici spirituali e corporali, ecc.
La prima indicazione sul turismo religioso cattolico fu quella del Pontefice Benedetto XVI, nel suo Messaggio per il VII Congresso mondiale sulla pastorale del turismo (Cancun, Messico, 2012) che così li definì: “Esistono diversi tipi di turismo e tre aree debbono ricevere molta attenzione da parte della pastorale del turismo in tutto il mondo:

1°: la Chiesa promuove la cultura del turismo etico e responsabile, affinché debba rispettare la dignità delle persone e dei popoli, aperto a tutto ciò che sia sostenibile ed ecologico. Godere di tempo libero e vacanze regolari è un’opportunità. La Chiesa, nell’ambito della propria sfera di competenza, si impegna ad offrire cooperazione affinché questo diritto divenga realtà per ogni persona, specialmente per persone e popoli meno fortunati. 

2°: La Chiesa indirizza la propria azione pastorale per non perdere di vista che il patrimonio storico e culturale religioso è un’autentica via verso Dio, Bellezza suprema, il quale ci aiuta a crescere nella relazione con Lui. E’ importante accogliere i turisti ed offrire loro visite ben organizzate che abbiano il dovuto rispetto dei luoghi sacri e delle azioni liturgiche.

3°: Il turismo religioso deve essere per i cristiani il godere delle proprie vacanze e del tempo libero in modo tale da contribuire alla propria crescita spirituale ed umana; il momento giusto per dare relax al proprio corpo e per nutrire lo spirito, dedicando maggiore tempo alla preghiera ed alla meditazione, per far crescere la relazione personale con Dio”.

Successivamente la Conferenza Episcopale Italiana16 si impegnò per promuovere una pastorale sul tempo libero, attraverso la creazione di alcuni strumenti innovativi di valorizzazione del patrimonio ecclesiastico nazionale, quali:

I Parchi culturali ecclesiali: Da dieci anni a questa parte, la verifica di questo cambiamento nella domanda turistica avvertita sul campo coincide con la riflessione pastorale (Nota pastorale CEI del 2008, incentrata sul risveglio del pellegrinaggio) su di un necessario discernimento individuale del turismo religioso come annuncio ed evangelizzazione. In questo contesto, l’idea progettuale dei Parchi Ecclesiastici Culturali nacque nel 2014 per affiancare ai luoghi di devozione (il patrimonio religioso italiano stima circa 100mila chiese e oltre 1700 santuari visitati da 35 milioni gli italiani), un «sistema territoriale che promuova, recuperi e valorizzi, attraverso una strategia coordinata e integrata, il patrimonio liturgico, storico, artistico, architettonico, museale, recettivo di una o più Chiese; azione particolarmente importante per una fruizione turistica, promozionale e pastorale. L’idea di “parco ecclesiale” va letta nella prospettiva della “pastorale integrata”: un patrimonio incredibile di risorse umane, culturali, storiche e di fede rappresentato dalle Cattedrali, dai Santuari, dai Monasteri ed Eremi, dai Musei ecclesiastici, dalle feste patronali, alle vie di pellegrinaggio fino alle foresterie, alle case per ferie, alle strutture di accoglienza semplice. Queste risorse “messe in rete” e collegate tra di loro da eventi e iniziative di spessore e di qualità, diventano non offerta da vendere ma sistema che produce cultura, promuove il dialogo e la pace, diventa evangelizzante».
Alcuni Parchi Culturali Ecclesiali sono in formazione17, altri otto hanno avuto modo di essere creati e si sono da allora sviluppati18: ne citiamo tre emblematici: Senigallia, Alcantara e S. Maria di Leuca. I tre Vescovi hanno utilizzato la medesima strategia di promozione, recupero e valorizzazione del patrimonio dei beni ecclesiali a loro diposizione nella diocesi, ma hanno utilizzato strumenti di attuazione diversi: chi ha utilizzato prevalentemente la via commerciale, già fortemente presente nel pregresso turistico delle zone balneari, chi a Senigallia, non ha creato un soggetto giuridico autonomo, bensì piccole società “a scopo mirato”, assumendosi come Curia progettazione e gestione del Parco; chi ne ha concertato gli intenti, condividendoli con le Istituzioni, ad Acireale, ha fruito di finanziamenti pubblici, utilizzando e adattando una Fondazione pregressa ai nuovi scopi; chi ha scopi di sviluppo locale, non solo turistico o religioso, ed essendo in una zona marginale e depressa, ha creato un proprio innovativo soggetto giuridico, delegando ad esso un’azione di vasto respiro, pur mantenendo un controllo sulla gestione del Parco.La divulgazione via web del patrimonio culturale ecclesiale: “Vie della bellezza” l’arte come linguaggio di evangelizzazione, è il nuovo ampio sito web “BEWEB” che fornisce oltre 500 contributi – tra esperienze, materiali, eventi – raccolti dal portale promosso da alcuni Uffici della Cei.

La divulgazione attraverso periodici specializzati: Rivista Luoghi e Cammini di Fede.

La creazione di Cammini: Il “buon camminatore” sa che il grande viaggio è quello della vita e che esso esige dei compagni. Beato chi si sente eternamente in viaggio e chi vede in ogni prossimo un compagno desiderato. Lo prende dove lo trova. L’ascolta. Con intelligenza, delicatezza, con amore, gli ridà coraggio e gusto per il cammino. Montagna, Cammini e natura aiutano la relazione. Camminare è andare verso qualcosa, prevedere un arrivo. Ma c’è cammino e cammino. Andare avanti, solo per andare avanti, non è un vero cammino. Per noi, disse il teologo Helder Camara, partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a costruire un mondo più giusto e più umano.
Viaggiare lentamente fa scoprire nuovi luoghi, conoscere gli altri, imbattersi in una via verso la spiritualità. Non si può parlare di “Cammini religiosi” riconosciuti tali dalla Chiesa Cattolica, salvo che per uno di essi: nell’autunno del 2020, è nato in Italia il “Cammino Laudato si’”, creato dalla CEI per celebrare i 25 anni del Progetto Policoro. E’ una nuova via di pellegrinaggio che vuole tentare di unire la valorizzazione del territorio all’approccio esperienziale ai temi dell’ecologia integrale.

§ 3. Il pellegrinaggio moderno nelle sue varie forme.

Ricordiamo anzitutto che il percorso devozionale non è una peculiarità cristiana. Il pellegrinaggio è da sempre comune a moltissime culture e importantissimo strumento devozionale di tutte le religioni.

3.1) Il Pellegrinaggio tradizionale.

Il Pellegrinaggio è un viaggio motivato dalla spiritualità o dalla religiosità, spesso su lunghe distanze; praticato fin dall’antichità ed in molte religioni di tutto il mondo.
Il Pellegrinaggio, per molti secoli, fu “il viaggio” intrapreso per ragioni religiose.
I Pellegrini erano rivolti verso specifici luoghi ritenuti sacri perché associati a divinità, personaggi santi, edifici di culto, residenze di uomini e donne in contatto con Dio, ovvero montagne od altri luoghi naturali ritenuti sacri.
Come già dicemmo il termine proviene dal latino, peregrinus, che significa viator, cioè colui che si sposta dalla sua terra natale attraverso campi e sentieri; il suo non è un vagabondare senza mèta ma una mèta sospirata; per arrivarci è disposto a fare enormi sacrifici. Per il pellegrino moderno la mèta non è solo raggiungere il luogo sacro, ma è il cammino stesso, quello che siamo e che ci portiamo addosso, la nostra vita e le persone che incontriamo durante il cammino terreno e come ci relazioniamo con esse19 .
La processione, invece, era ed è un breve percorso verso un luogo sacro. Questo fenomeno sociale fu ed è comune a tutte le religioni del mondo:

Ebrei: La Bibbia ha imposto pellegrinaggi e modalità di esecuzione ben precise: Pesach (Pasqua), Shavuot (Pentecoste) e Sukkot (Tabernacoli) erano le tre feste per le quali l’ebreo osservante doveva andare in pellegrinaggio a Gerusalemme e presentarsi con un’offerta al Tempio;

Pagani europei: Nella pagana antica Grecia, ricordiamo come migliaia di greci delle diverse Polis si recassero in pellegrinaggio per chiedere consiglio all’Oracolo del Dio Apollo a Delfi, fin dal VII secolo a.C.;

Cristiani: Da tutta Europa, fin dal 2/3° secolo d.C., i cristiani eseguirono i pellegrinaggi prescritti dalla Bibbia per gli ebrei modificandone i luoghi di devozione, prediligendo i Luoghi Santi della vita di Gesù in tutta la Palestina, con 8 milioni di fedeli l’anno; oggi ogni anno la devozione alla Madonna di Guadalupe porta circa 20 milioni di fedeli e a Lourdes si recano circa 8 milioni ed a Fatima 5 milioni;

Islamici: La Mecca ed altri luoghi santi della devozione al profeta Maometto sono, dall’8° secolo d.C. ad oggi, le mete di quel pellegrinaggio, Haji, lungo 12 giorni che ogni musulmano del mondo deve compiere ameno una volta nella propria vita e secondo regole e modalità da seguire con estrema diligenza, stima di 3 milioni di fedeli all’anno, numero superato dal pellegrinaggio a Karbala in Iraq per la venerazione dell’Imam Hussein con 15 milioni di pellegrini;

Hindu: – perenne: Varanasi (Benares) in India, sulle rive del Gange, è meta di un pellegrinaggio infinito (yogi contorsionisti, asceti sadhu, bramini, mercanti, fachiri, astrologi indovini, musici, mendicanti) dove i pellegrini si recano a pregare ed onorare il Dio Shiva ai bordi delle scalinate sul fiume, a meditare ed accendere pire funebri: è il luogo dove morire perché disperdendo le proprie ceneri nel Gange si ferma il ciclo delle reincarnazioni e si raggiunge il nirvana, lo stato di unificazione divina; – episodico: Kumbh Mela, è la meta del maggiore pellegrinaggio Hindu “Purna Kumbh Mela” che si realizza ogni 4 anni in 4 siti differenti, sulle rive del Gange e dei suoi affluenti; La Maha Kumbh Mela (“Grande”) si celebra ad Allahabad dopo 4 Purna Kumbh Mela ogni 12 anni: nel 2013 parteciparono 100 milioni di persone, rendendolo il più grande raduno svolto nel mondo;

Buddisti: ininterrottamente da 2.500 anni, il tempio Mahabodhi a Bihar (India), è meta del più importante pellegrinaggio buddista in quanto si crede che lì  Siddarta Gautama (Buddha) abbia raggiunto lo stato di “illuminato”, il Buddhahood.

Taoismo: le montagne sono considerate luoghi sacri da questa religione: cinque montagne sacre di Taishan – Shandong (China) sono siti di pellegrinaggio e meditazione, di difficile accesso ma ricche di fascino e di spiritualità; milioni di pellegrini le scalano assieme credendo che sui loro percorsi si possano trovare erbe e fiori per creare elisir di immortalità.

Il Pellegrinaggio tradizionale20 , viaggio devozionale verso un sito sacro, continua da secoli e nelle varie religioni mondiali, contraddistinto da teologia, spiritualità, ritualità e liturgia.

3.2. Il Viaggio della fede.

Il viaggio di fede è un viaggio interiore, attuato da singoli o in gruppo, in luoghi adatti alla spiritualità ma non “verso una mèta sacra”. E’ un turismo religioso che include varie forme di attività, di viaggio e di permanenza, rivolte alla professione di fede ed alla meditazione spirituale (ritiri in monasteri, abbazie, esercizi spirituali, processioni ed eventi devozionali, conferenze ed incontri su temi si spiritualità). Ad esempio: per i cristiani, il viaggio di fede nei Luoghi Santi non è un pellegrinaggio predestinato ad una mèta: è la visita a più luoghi, diversi tra di loro, ma tutti della vita di Gesù, percorsi individuali e di gruppo, in più Stati europei: “luoghi”, “itinerari”, non “percorsi identificati”, legati ad un fenomeno culturale: il Consiglio d’Europa, identifica il concetto di eredità culturale e lo promuove come componente sociale (ribadendone la diversità e la partecipazione democratica al governo dei territori), di sviluppo economico (risorse locali, del turismo e del lavoro), di fruizione delle eredità culturali europee (arte, commercio, agricoltura, cucina, tradizioni) con 40 ITINERARI . Alcuni di essi di carattere religioso:

Il Cammino di Santjago di Compostela (1987)
s
La Via Francigena (1994)vf
L’l’itinerario europeo del patrimonio ebraico (2004)a
L’itinerario di San Martino di Tours (2005)i
I Siti Cluniacensi in Europa (2005)c
L’itinerario europeo delle abbazie cistercensi (2010)ac
Le Strade degli Ugonotti e dei Valdesi (2013)u
Le vie della Riforma (2019)r
Le vie di Sant Olaf a Trondheim (2021)

Il Viaggio della fede, viaggio spesso individuale intrapreso in luoghi di interesse spirituale ma non verso una mèta sacra, è orientato alla fede ma assiema storia, arte, teologia, ritualità e liturgia.

3.3. Il Pellegrinaggio secolarizzato.

Se la religione è l’insieme di credenze, valori, simboli e riti che collegano gli individui a forze extraumane ritenute sacre (trascendenza) secondo canoni prefissati, si assiste oggi ad una forte secolarizzazione che allontana milioni di individui dalle religioni tradizionali, in quanto essi “individualizzano una propria religione in un mito21 “, mediante una scelta di spiritualità, di civismo, di aspirazione alla pace, ecc.

– Un primo esempio sono i “luoghi dello spirito” che il New Age ha creato dove si svolgono rituali dove gli adepti coinvolgono i propri corpi in possessioni ed in memorie della supposta passata esistenza (reincarnazione). Il viaggio verso questi luoghi è considerato una realizzazione di un percorso spirituale che consideriamo secolarizzato perché non sottoposto a canoni prefissati dalle religioni tradizionali, ma dettato da scelte personali.

– Un secondo è il pellegrinaggio cd. patriottico: la visita ai luoghi delle battaglie (europee della prima o della seconda Guerra Mondiale), come i cimiteri della Normandia, il Memoriale della pace ad Hiroshima, luoghi delle battaglie della guerra d’Indipendenza americana.

– Un terzo tipo di pellegrinaggio, sempre non religioso ma secolarizzato, può essere inteso quello degli americani (Anglicani, Puritani, Calvinisti, Quaccheri, Luterani, Mennoniti, Battisti) che affermano la propria progenia visitando luoghi dove iniziarono la loro avventura di colonizzatori e pionieri (i cd. Padri Pellegrini).

– Un quarto pellegrinaggio secolarizzato è la visita a luoghi di identificazione nazionale che è il Ground Zero a New York, teatro dell’11 Settembre 2001, ovvero i luoghi dell’assassinio di John F. Kennedy o quello di Martin Luther King.

– Un ultimo esempio può trarsi dalla ricerca della identità degli antenati nei viaggi degli afro-americani che si recano in alcuni dei 40 castelli adibiti dagli schiavisti a centri di commercio nel Ghana africano (Cape Coast).

Il pellegrinaggio secolarizzato, viaggio spirituale ma non religioso, nel quale storia, arte e cultura – ma non la teologia – hanno un ruolo importante.

3.4. “Viaggio visita” di turismo religioso.

Questo turismo religioso non è motivato da ragioni di fede o di pellegrinaggio ma è una visita in luoghi religiosi. Nei luoghi di culto, come per le chiese in Italia, l’offerta culturale ed artistica è enorme: si stima in tutta Europa che il 70% dei turisti visitino centri religiosi. Come nei luoghi di culto cristiani in Europa, di culto musulmano in altri continenti, di fede buddista e tao, in tutto il mondo i turisti – atei o credenti che siano – entrano nei luoghi della propria religione e in quelli di altre religioni, qualora consentito loro22 , con intenti di “visita culturale” e non religiosa.
Diverse sono le motivazioni possibili: quella dell’arte, dell’architettura, della storia, della ricostruzione della memoria dei propri avi, di conoscenza di riti di religioni diverse dalla propria, ecc. Se riflettiamo sul fenomeno immenso che descriviamo “viaggio visita”, anche il turismo lento ne può diventare un esempio emblematico: i percorsi, come il Cammino di Santiago di Compostela, possono diventare forma di turismo non religioso, “viaggio visita” o addirittura “visita turistica”:

1° esempio: Gerusalemme è una importantissima realtà di fede e di edifici sacri per le tre religioni abramitiche, ma molti fedeli di una di esse visitano anche i luoghi della altre due religioni;

2° esempio: Ad Istanbul, monaci musulmani (i dervisci rotanti) si esibiscono nella danza dell’estasi dei Sufi Mevlevi che diviene per i non credenti una attrazione turistico culturale;

3° esempio: In molti Paesi asiatici il “turismo yoga” il  Buddismo, l’Islam, i Sikhs e l’Induismo hanno creato e praticano esercizi fisici che combinano respirazione, movimento e meditazione, come lo yoga, che formano un’attrazione turistico culturale per non credenti in quelle religioni ma che vogliano conoscere questa pratica.

Il Viaggio visita di turismo religioso, pur svolgendosi in luoghi di culto di una religione, predilige la conoscenza storica dell’espressione artistica della religione più che la sua motivazione teologica.23

3.5. Il turismo religioso moderno.

Già nel 2007 Mons. Carlo Mazza24 , disse: “Nella società attuale il turismo religioso assume importanza e significati molteplici, perché al viaggio religioso sono collegati aspetti economici, organizzativi, culturali e antropologici presenti anche in altri fenomeni di mobilità umana“. Ecco perché ai ben quattro tipi di turismo religioso aggiungiamo un quinto!

La domanda moderna di turismo devozionale si sta trasformando in quella di turismo religioso integrato25 . Essa è legata all’offerta di beni materiali ed immateriali ecclesiastici che possono divenire potenziale attrazione turistica sul piano della storia, della tradizione antropica, della natura e dell’arte sacra. Il viaggio religioso moderno è il risultato di un concorso di diverse componenti attrattive molto differenziate (come la religione, l’arte, la cultura, la storia, il folklore, l’ambiente, ecc.). Il Religious light tourism – secondo una dizione moderna accettata nel mondo – è anche l’aspetto umano dell’accoglienza, l’empatia del viaggiatore con chi lo incontri sul suo itinerario di viaggio, lo ritenga un ospite (od addirittura un residente temporaneo) piuttosto che un cliente: questa forma di turismo va integrata da una pluralità di offerte che facilitino la ricerca individuale spirituale a chi lo prediliga ed attui, rispetto agli altri “turismi” (balneare, città d’arte, naturalistico, sportivo, ecc.) tradizionali.

Molteplici sono i settori che possono essere considerati come strumenti per accrescere e valorizzare l’immagine religiosa di un territorio e per incrementarne i flussi turistici: siti storici, beni culturali, aspetti paesaggistici e naturali, artigianato, spettacoli ed enogastronomia, oltre all’offerta di tipo spirituale. Essi possono dare al turista un’immagine complessiva del territorio visitato, accrescerne la comprensione, rivelare le dinamiche di sviluppo storico e culturale.
Il Religious light tourism non nasce di per sé: va creato. Va creata un’immagine integrata attrattiva del territorio mediante l’integrare la ricerca spirituale con altri settori, quali le attività culturali, i servizi di trasporto, l’enogastronomia, l’artigianato locale, ecc. Il turismo religioso integrato sta diventando la vera cifra dei moderni “Cammini”. Dal lato della DOMANDA: Essi sono una vacanza, un’occasione – inconsueta e spesso non programmata a questo fine – verso una fede adulta, scelta e non ereditata. Essi sono un viaggio per leggere antropologicamente, storicamente, artisticamente e teologicamente i territori attraversati. In essi troviamo alcune componenti fondamentali quali la ricerca di spiritualità, la rivelazione primordiale di un percorso verso una mèta da raggiungere lentamente, lo slancio al superamento delle difficoltà, l’allontanarsi dalla consuetudine di vita, la curiosità verso il “genius loci“, la ricerca di relazione con chi si incontra, l’accoglienza di nuove relazioni umane in contesti inusuali e occasionali, ed infine (non per tutti) il discernimento ed il ri-orientamento di vita. Dal lato dell’OFFERTA: Come nei due casi più affermati della Via Francigena del Nord e del Cammino di Santiago, il motivo del pellegrinaggio nei tanti Cammini che stanno fiorendo in Italia, è innovativo. A causa dell’enorme distanza, ben superiore ad altri percorsi devozionali tradizionali (massimo di 2 giorni), il cambiamento della motivazione del pellegrinaggio moderno comporta che l’offerta debba puntare sull’accoglienza, sulla ristorazione, sulle visite alle peculiarità naturalistiche del territorio, sulle sue tradizioni enogastronomiche.
Il turismo religioso moderno, internazionalmente definito “religious light tourism”26, è caratterizzato dal tipo di fruizione umana del bene ecclesiastico, dal coinvolgimento umano, dalla corrispondenza relazionale dei residenti, dalla curiosità delle peculiarità del territorio e delle opere dell’uomo: l’arte e la teologia sono, dunque, centrali in questo tipo di turismo religioso, ma in un contesto integrato con altre motivazioni.

S I N T E S I

1. nel pellegrinaggio (devozione tradizionale verso un luogo sacro) l’arte non è il centro dell’interesse del viaggiatore, mentre lo è la teologia come spiritualità, ritualità, liturgia.
2. nel viaggio della fede (devozione tradizionale, ricerca di eredità culturali religiose, di meditazione individuale in vari luoghi sacri), l’arte è una componente dell’interesse culturale ma è la teologia ad assumere un ruolo centrale.
3. nel pellegrinaggio secolare (percorsi di conoscenza di luoghi considerati sacri, di memoria umana, di ricordo bellico) l’arte può essere una componente dell’interesse culturale del viaggiatore, ma la teologia in un pellegrinaggio secolarizzato raramente ha un ruolo importante.
4. nel viaggio di turismo religioso (sightseeing), l’arte è centrale mentre la conoscenza della motivazione teologica della manifestazione artistica visitata è rara.
5. nel turismo religioso integrato (religious light tourism), percorso di conoscenza integrata rivolto ad una crescita individuale di senso, praticabile non solo dai credenti di una religione, di ogni età, fede o nazionalità (es. i “Cammini”), l’arte e la teologia sono centrali in questo tipo di turismo religioso, ma in un contesto integrato.

§ 4. I Cammini di turismo religioso in Italia.

Il Cammino rientra nel genere “turismo lento”27 . Esso viene spesso indicato con alcuni nomi differenti:

1. Via, Vie, Strada, Sentiero
2. Alta Via, Tratturo
3. Traversata, Giro, Trekking, Hiking
4. Itinerario, Percorso

Nei primi prevale la descrizione del viaggio (Via, Vie, Strada, Sentiero), nei secondi la particolarità dei luoghi in cui si viaggia (Tratturo, Alta Via), in altri la modalità del viaggio (Traversata, Giro, Trekking, Hiking), in altri infine il viaggiare attraverso luoghi determinati (Itinerario, Percorso).

Via Appia
La Via Appia ad Itri (LT). Foto: A. Cugini

I Rapporti28 ricordano che in Italia, oltre alla nota Via Francigena29 30, esistono 44 “Cammini” (46 se si considera la recente approvazione della Via Francigena del Sud e le attività di sviluppo che si stanno svolgendo lungo la Via Appia Regina Viarum), per una lunghezza totale di 15.400 km e, soprattutto, un’altra settantina di “cammini” sono ancora sotto il vaglio ministeriale, per essere inseriti nella mappa nazionale.
Esaminiamo le caratteristiche di alcuni dei più importanti Cammini italiani.
1. L’Ultimo Cammino di Sant’Antonio
2. Il Cammino di San Francesco Caracciolo
3. La Via di Francesco
4. Il Cammino di San Benedetto
5. Il Cammino di San Francesco di Paola
6. Cammino tra fede e arte
7. Cammino di San Colombano
8. Itinerarium Rosaliae
9. La Via francigena
10. La Via francigena del Sud
11. Via Lauretana
12. Cammino di San Vicinio
13. Il Percorso di San Nilo

n. Nome Tipologia di turismo religioso Descrizione tecnica Il ruolo dell’arte e della teologia
1 L’Ultimo Cammino di Sant’Antonio –  PADOVA in costruzione fino a Venezia Pellegrinaggio devozionale tradizionale Da Camposanpiero (ultimo convento che ospitò Sant’Antonio) a Padova (luogo della morte e sepoltura)
23,7 km, Dislivello 0, Tappe 1 Tempo 7 h.
http://www.ilcamminodisantantonio.org/ita/pagina.asp?id=49
Benché moderno è un pellegrinaggio tradizionale e devozionale.
Il ruolo dell’arte e della teologia è limitato all’agiografia.
2 Il Cammino di San Francesco Caracciolo in costruzione Pellegrinaggio devozionale tradizionale e turismo religioso integrato Da Loreto (inizio dell’ultimo viaggio) -Villa santa Maria ( luogo della nascita) – Agnone (luogo della morte) – Napoli (luogo della sepoltura)550 km, Dislivello 510, Tappe 33 https://www.sanfrancescocaracciolo.it/il-cammino10123.html Lavoro fatto dalla Scuola con la ricerca storica ed artistica sull’area della “Via celeste” in provincia di Chieti e su Napoli. Forte attenzione all’arte ed alla teologia nei luoghi del Santo. Percorso di territori, relazione, scoperta del genius loci, storia, natura, folklore. Attenzione alle peculiarità dell’Ordine
3 La Via di Francesco –  TOSCANA, UMBRIA, LAZIO Viaggio della fede Dal Santuario di monte Verna (luogo delle stigmate) – Sansepolcro – Gubbio – Assisi – Poggio Bustone -La Foresta – Fonte Colombo -Greccio – Farfa – Roma. 440 km, Dislivello medio 674 m., Tappe 23, Tempo 130 h. https://www.viadifrancesco.it/
Luoghi di spiritualità francescana e patrimonio culturale ecclesiale (conventi, santuari). Ruolo centrale dell’arte e della della storia della Chiesa e dell’Ordine.
4 Il Cammino di San Benedetto –  UMBRIA, LAZIO Viaggio della fede oppure Viaggio visita di turismo religioso Da Norcia (luogo natale) – Cascia – Poggio bustone (francescani) Subiaco – Sora – Trisulti (certosini)- Casamari (cistercensi)- Montecassino (luogo della morte e sepoltura)
304 km, Dislivello medio 485 m., Tappe 16, Tempo 90 h.
https://www.camminodibenedetto.it/
Patrimonio culturale ecclesiale (abbazie) di spiritualità benedettina intervallato da altri luoghi, non benedettini, successivi.
Il ruolo dell’arte e della storia della Chiesa e dell’Ordine è presente a Subiaco ed a Montecassino.
5 Il Cammino di San Francesco di Paola –  CALABRIA, SICILIA Pellegrinaggio devozionale moderno e turismo religioso integrato a) La Via del giovane (da Paola a S.Marco Argentario) 30 km, Dislivello medio 585 m., Tappe 2, Tempo 12 h.; b) La Via dei monasteri (da Paterno a Corigliano) 136 km, Dislivello medio 645 m., Tappe 8, Tempo 50 h.; c) La Via per la Sicilia (da Paola a Milazzo) 310 km, Dislivello medio 385 m., Tappe 17, Tempo 110 h. In costruzione; d) La Via per la francia 71 km, Dislivello medio m., Tappe 16, Tempo 90 h.
https://www.ilcamminodisanfrancesco.it/
Luoghi di forte spiritualità dei Minimi intervallati da altri luoghi non religiosi.
Il ruolo dell’agiografia è presente nel Santuario di Paola.
6 Cammino tra fede e arte –  FIRENZE Viaggio della fede e Viaggio visita di turismo religioso Itinerari tra le opere più famose della città di Firenze, per pellegrini e turisti. Percorsi giornalieri, brevi che comprendono anche luoghi religiosi. Il ruolo dell’arte è integrato da motivazioni culturali.

 

7 Cammino di San Colombano –  INTERNAZIONALE Pellegrinaggio devozionale moderno e turismo religioso integrato Il Cammino di San Colombano è un progetto culturale internazionale, volto a creare un itinerario che attraversa l’Europa, da nord a sud, collegando tra loro luoghi e siti di interesse storico in Irlanda (dove nacque), Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Liechtenstein (dove visse il Santo fondatore di molte abbazie) ed in Italia a Bobbio (PC), dove fondò il suo ultimo monastero.
Tappe (luoghi del Santo) non intervallate da una via da percorrere.
L’intenzione è quella di presentare domanda al Consiglio d’Europa per ottenere il riconoscimento come Cammino Culturale Europeo. Il ruolo dell’arte e della teologia appare esiguo.

8 Itinerarium Rosaliae –  SICILIA in costruzione Pellegrinaggio devozionale moderno e turismo religioso integrato Da Palermo ad Agrigento, 175 km, che raggruppano i luoghi della vita di Santa Rosalia, patrona di Palermo, la cui devozione popolare è ancora viva dopo tanti secoli Progetto di Turismo Esperienziale e di Pellegrinaggio, avviato dalla Regione Sicilia e dalle Diocesi dei territori del Cammino.

9 La Via francigena –  INTERNAZIONALE (in Italia: VALDAOSTA, PIEMONTE, LOMBARDIA, EMILIA ROMAGNA, TOSCANA, UMBRIA, LAZIO) Pellegrinaggio devozionale moderno e turismo religioso integrato E’ la parte italiana del lunghissimo viaggio da Cantherbury, Francia, con l’ingresso dal colle del S.Bernardo (Val d’Aosta) e attraverso le vie medioevali fino a Roma.
1006 km, Dislivello 48 m., Tappe 45 Tempo 250 h.
https://www.viefrancigene.org/it/
Il motivo del pellegrinaggio verso Roma è superato per la distanza e per la forte attenzione ai territori, all’arte sacra e profana in alcuni luoghi, intervallati da altri non religiosi (storia, natura, ecc.).Il ruolo dell’arte e della teologia è integrato ad altre motivazioni.

10 La Via francigena del Sud –  LAZIO, CAMPANIA, PUGLIA Pellegrinaggio devozionale moderno e turismo religioso integrato Da Roma a Brindisi, seguendo le vie consolari Casilina ed Appia, con varianti (Appia Traiana).
Il motivo del pellegrinaggio verso Gerusalemme è superato per la distanza superiore ad altri percorsi devozionali (778 km, Dislivello 100 m., Tappe 28 Tempo 160 h.) e per la forte attenzione ai territori ed alla storia. https://www.viefrancigenedelsud.it/it/
Arte sacra (basiliche di Trani e Bari) e latina (Roma, Benevento, Brindisi) in alcuni luoghi, intervallati da altri non religiosi (storia, natura, ecc.). Il ruolo dell’arte e della teologia è integrato ad altre motivazioni.

11 Via Lauretana –  in costruzione Pellegrinaggio devozionale moderno e turismo religioso integrato L’ambizione è di sviluppare percorsi da Nazareth a Loreto, e da lì a Roma.
Già disponibile l’itinerario della tradizione: da Assisi a Loreto (164 km. , Dislivello 120 m., Tappe 7, Tempo 50 h.
http://www.camminilauretani.eu/it/
L’intenzione è quella della Regione Marche di valorizzare il fattore culturale a forte intensità religiosa quale risorsa strategica per generare “politiche attive di coinvolgimento delle comunità locali e di imprenditorialità innovative”. Il ruolo dell’arte e della teologia è presente a Loreto.

12 Cammino di San Vicinio –  EMILIA ROMAGNA, TOSCANA Pellegrinaggio devozionale moderno e turismo religioso integrato Da Sarsina (luogo dell’episcopato del Santo) e ritorno, su un itinerario circolare di 350 km., che passa per camaldoli e La Verna, toccando luoghi che hanno caratterizzato la vita del Santo, attraversando ambienti naturali importanti. Progetto di Turismo Esperienziale dei Cammini e delle Vie di Pellegrinaggio, avviato da Apt Servizi nel 2015 in accordo con la Regione Emilia-Romagna.Il ruolo dell’arte e della teologia è integrato da altre motivazioni.

13 Il Percorso di San Nilo –  LAZIO, CAMPANIA, BASILICATA, CALABRIA Pellegrinaggio devozionale moderno e turismo religioso integrato Da Cassano Ionio (Cosenza) (luogo della nascita) attraverso molte località di insediamento dei monaci italo greci medievali percorse dal Santo fino a Grottaferrata (Roma) (luogo della morte e sepoltura).
Tappe (luoghi del Santo) non intervallate da una via da percorrere.
La vision del Cammino storico-artistico legato alla presenza medievale dei monaci italo-greci e della loro eredità culturale, pluriregionale.
Forte attenzione all’arte bizantina tardo medievale, delle costruzioni, degli eremi e della teologia monastica vissuta nei luoghi del Santo. Il ruolo dell’arte e della teologia è integrato dalla scoperta dell'”eredità culturale” del monachesimo italo-greco medievale in Italia ed in altri Paesi (Grecia, Germania, Cechia, ecc.).

§ 5. Il turismo religioso nel mondo moderno.

Nel Mondo, il fenomeno – finora poco analizzato31 – ha iniziato ad essere studiato scientificamente dai proff. Razaq Raj e Kevin A Griffin (Leeds Beckett University, UK), autori di ampia bibliografia32 , in chiave globale e moderna. Sono nate alcune riviste specializzate33 . Alcuni Autori hanno aperto nuovi filoni di indagine scientifica sul fenomeno, sia dal punto di vista interreligioso (“Tourism promotes inter–religious encounters and the communication of knowledge about religion as well as to the religious experiences that at least some tourists see as central to their travels34 ) che da quello interculturale: “The main goal of religious tourism is aimed at developing human spirituality, spiritual healing, and culture, where a person receives the experience of cooperation, or involvement with the place in which he resides, his people, culture, and religion. This type of tourism is able to play a significant role in the overall goals of society and to promote the establishment of trusting relationships between people of all cultures and religions.35 .
Altri Autori hanno aperto la loro indagine al fenomeno complessivo36 , altri ai pellegrinaggi in India37 , nei Paesi di religione islamica38 , in America39 ed in Asia40 , configurando il fenomeno come globale, storico, comune a tutte le etnie e religioni, ovunque in profonda trasformazione rispetto al tradizionale pellegrinaggio devozionale.
In Italia, tuttavia, è nata una peculiarità: la preminenza dell’indirizzo cattolico coltiva nei Cammini la “pastorale laica” di un viaggio religioso moderno risultante da un concorso di diverse componenti attrattive molto differenziate (l’arte, la cultura, la storia, il folklore, l’ambiente, ecc.), ma anche dell’aspetto umano dell’accoglienza, dell’empatia con il viaggiatore. Molteplici sono i settori che possono essere considerati come strumenti per accrescere e valorizzare l’immagine religiosa di un territorio e per incrementarne i flussi turistici: siti di culto, beni culturali, aspetti paesaggistici e naturali, artigianato, spettacoli ed enogastronomia. Essi possono dare al turista una immagine complessiva del territorio visitato, accrescerne la comprensione, rivelare le dinamiche di sviluppo storico e culturale. Creare una immagine integrata attrattiva del territorio vuol dire integrare la devozione con altri settori, quali le attività culturali, i servizi di trasporto, l’enogastronomia, l’artigianato locale, ecc.
Un esempio della “dosatura” degli elementi base del turismo religioso integrato può aiutare a comprenderne la complessità progettuale41 :

schema
Fonte: A. Cugini

In Italia, da alcuni anni, il religious light tourism si basa su di un sistema territoriale di accoglienza turistica che ponendo al centro le preesistenze devozionali, ha come obiettivo quello di farne fruire, migliorando ed integrando i servizi offerti ai turisti. L’Italia dei Cammini, che ha retto l’urto della pandemia, si aspetta, d’un lato, una forte attenzione da parte di nuovi turisti di prossimità ed amanti della natura e, dall’altro, finanziamenti pubblici42, come volàno a quelli privati.

Conclusioni.

Idealmente, “Il turismo religioso è uno degli ambiti più interessanti di quel molteplice bisogno di “viaggiare e conoscere” che caratterizza la vita contemporanea. Non solo perché profondamente implicato con la valorizzazione dello straordinario patrimonio artistico e religioso della Chiesa, ma anche e soprattutto perché espressione di un sentire il viaggio come incontro con se stesso e con la propria dimensione di senso. Il turismo religioso, legando il vedere al sentire e il viaggio fisico ad un viaggio interiore, può rappresentare, al di là di ogni meta conoscitiva, un vero e proprio cammino spirituale e un’affascinante opportunità di approfondire la propria esperienza religiosa e alimentare la propria fede”43 .
Concretamente, tuttavia, la coesistenza temporale e spaziale tra i siti archeologici, la loro eredità religiosa ed il turismo religioso non è agevole e senza problemi nel momento della progettazione e della gestione. E’ recentissimo uno studio innovativo (Koren-Lawrence, Collins-Kreiner, 2019)44 incentrato sull’analisi concettuale dell’incrocio tra turismo religioso ed archeologia dove gli Autori giungono a dire “Religious-Tourism and Archaeological Sites are as an Arena of Conflict and Dissonance45 .

Questa breve storia del turismo religioso europeo, dai romani ai giorni d’oggi, dimostra come “i riti”, complesso fenomeno socioculturale46 , siano ancora esistenti, malgrado si siano profondamente trasformati : dalla processione romana, al percorso devozionale cristiano, alle varie forme di turismo religioso moderno, al contemporaneo Cammino europeo47 . La richiesta di quest’ultimo è in aumento ma l’offerta segna il passo: il progettarlo ed il costruirlo è complesso e necessita, oltre di competenze individuali, di supporto delle Istituzioni e delle Comunità accoglienti, nella progettazione prima e nella gestione poi. Ma le potenzialità di sviluppo del turismo religioso sulle comunità locali attraversate sono attestate dalla letteratura internazionale48 , ne costituiscono le nuove “vie della fede”.


Abbreviazioni bibliografiche

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Riviste specializzate = The International Journal of Religious Tourism and Pilgrimage Arrow Dublin (Ir) , The Review of Religious Research Springer (UK),  The Annals of Tourism Research Elsevier (UK), The Journal of Hospitality and Tourism Management of Council for Australasian Tourism and Hospitality Education Inc (UK), Sciencedirect, Elsevier (UK)


NOTE

1. Articolo pubblicato in Bollettino di Storia ed Arte, anno CXI, Grottaferrata, 2021. (per gentile concessione)
2. Il verbo latino PROCEDO-PROCEDERE ha una serie infinita di significati, quali, ad esempio quelli spaziali (a portu Corcyraeorum ad Cassiopen stadia pr., Cic.), temporali (iam et processerat pars maior anni, Liv.; processa aetae, Scrib.Larg.), militari (ad Rutili castra pr., Sall.), figurati: essere utile per (mea bene facta rei publicae procedunt, Sall), far progressi nello studio (in philosofiam tantum pr., Cic.), riuscire in una impresa (processisti hodie pulchre, Ter.). Nessuno di questi significati, tuttavia, è relazionabile a concetti liturgico religiosi.
3. Il termine latino di POMPA indicava una serie di accezioni legate alla magnificenza complessiva (oggi in italiano ne resta la parola “pomposo”) ben oltre il concetto di “corteo liturgico-religioso”. E’ ben vero che “e funeris pompa, (Cic.)” indicava le solennità dei funerali o “pompam ducit, (Ov.)” era usato per le nozze, ma il termine latino non aveva come preminente il significato dell’odierna accezione di processione, la quale, ben si ricordi, è per noi atto individuale o collettivo anche scevro dalla magnificenza o, appunto dal concetto latino di “pompa”, per essere attuato nella religiosità spesso nascosta e semplice della devozione. Presso i Romani, invece, il termine POMPA/MAGNIFICENTIA era usato spesso in modo traslato e lontano dall’area della sacralità religiosa: gli utilizzi più frequenti che ritroviamo del termine sono “laici”: nei giochi circensi (pompam ducere, Liv. , quid tu hunc de pompa laetaturum putas?, Cic. pompa lictorum, Cic., pompa pecuniae, Sen., pompa rhethorum, Cic., pompa cenae, Mart.), tutti usi del termine POMPA ben lontani dal nostro concetto di corteo liturgico-religioso moderno.
4. Sollemnes ducere pompas, guidare al santuario processioni solenni, Virgilio.
5. Dopo una piccola festa, che si teneva sempre nella casa della sposa, iniziava una grande processione, per cui lo sposo accompagnava la sposa nella loro nuova casa o in alternativa nella casa del padre dello sposo. Si trattava di una funzione pubblica e tutti i passanti, i parenti e gli amici potevano parteciparvi senza bisogno di invito. Molto spesso questo corteo era accompagnato da dei suonatori per allietare la festa ed esisteva anche allora una specie di “inno nuziale” che veniva intonato dai parenti e dagli amici.
6. Il comandante vittorioso non si recava al Senato, ma erano i senatori e il popolo festante a recarsi da lui a Porta Capèna (oggi vertice sud del Circo Massimo), margine ultimo per entrare in Roma in armi e con armati, e una processione lo accompagnava al tempio di Bellona, per ascoltare la sua richiesta ufficiale di concessione del trionfo. Ciò fatto il corteo, con i magistrati ed il popolo, i prigionieri e il bottino sfilava per le vie della città fino al Campidoglio (al tempio di Giove Ottimo Massimo) ove il trionfante sacrificava (suovetaurilia), avviava il banchetto all’interno del tempio, che proseguiva per ore.
7. Beicken Jochen, Roma e l’Italia, in I propilei, vol IV, pag.49, Arnoldo Mondadori Editore, 1967.
8. Schneider Carl, Il Cristianesimo, in I propilei, vol IV, pag.495, Arnoldo Mondadori Editore, 1967.
9. Seston Wlliam, Il declino dell’impero romano d’Occidente e la migrazione dei popoli, in I propilei, vol IV, pag. 576, Arnoldo Mondadori Editore, 1967.
10. Garin Eugenio, La cultura del Rinascimento, in I propilei, vol VI, pag.546, Arnoldo Mondadori Editore, 1967.
11. Il viaggio, ben triennale, di Egeria (o Eteria o Silvia) a Gerusalemme nel secolo IV o V d.C. è attestato da un manoscritto redatto successivamente a Montecassino e ritrovato recentemente ad Arezzo (Silviae vel potius Aetheriae peregrinatio ad loca sancta, W. Heraus (a cura di), Heidelberg, Carl Winter’s Universaitätsbuchhandlung, 1908.
12. da per ager: via attraverso i campi per raggiungere un luogo sacro attraverso un viaggio di fede.
13. per un approccio strutturale al concetto ed alle modalità che lo compongono, consigliamo i Corsi MOOC di Federica Weblearning gratuiti (www.federica.eu).
14. AGNISOLA G. 2018, Lo sguardo e l’oltre, ed. Moretti&Vitali, Bergamo.
15. Baldin S, Zago M. 2014, Luoghi dell’anima, anime in cammino, ed. FrancoAngeli.
16. PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI, Orientamenti per la pastorale del turismo, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano
17. FORTE B., Presentazione di “Terra Celeste: ipotesi e percorsi per la realizzazione di un parco culturale ecclesiale nell’arcidiocesi Chieti-Vasto“, SAF-PFTIM, Napoli, 2017
18. DE MARCO G., Intervento nel Comitato tecnico Scientifico dell’Itinerarium Rosaliae, Palermo, 19.10.2021.
19. Per approfondire il concetto di pellegrinaggio possiamo aggiungere che nel Cammino si smette, nel presente del viaggio fisico ed interiore, di pensare al passato o al futuro: è sfida al tempo che passa, alla difficoltà di esistere che affligge il nostro quotidiano corroso dal consumismo. Può diventare, almeno per alcuni, “luogo della conversione”, della più agevole relazione con sconosciuti che sono anch’essi viatores, della guarigione psicologica, della redenzione nella fede, del ritrovamento dell’uomo come essere di relazione. Vivere il percorso può diventare il camminare nel presente; il movimento di avanzamento, la cui velocità è perfettamente commisurata alla percezione, pioggia e sole, giorno e notte, città e campagna, boschi e campi, vento e nebbia. Da questo punto di vista, camminare favorisce il senso della realtà, si misura il mondo, passo dopo passo, il respiro si adegua al movimento, si crea un ritmo tale da percorrere l’interiorità, si vive il cammino partendo dal di dentro: solo dopo tempo e spazio si raggiunge la mèta del cammino, il luogo sacro che si spera favorisca il “passaggio”, l’ingresso nello spazio sacro, la metafora del nostro continuo divenire.
20. TRADEMARK,2005, Il turismo religioso: cifre e tendenze di un fenomeno a forte sviluppo, ed. Aurea, S. Giovanni Rotondo (FG).
21. George Greenia, (2019), Pilgrimage and the American Myth, William&Mary University, Williamsburg, VA, USA https://www.wm.edu/sites/pbk/members/greenia_george.php
22. per i conflitti tra turisti e fedeli nelle varie religioni vedi Raj, R. – Griffin, K. (2017). Conflicts, religion and culture in tourism. Leeds Beckett University, ed. Commonwealth Association CABI. Birmingham (GB), CABI Religious Tourism and Pilgrimage Series
23. Cognetti P. 2018, “Un pellegrinaggio è in ogni cultura un cammino di purificazione, però nel girovagare non c’è alcun punto di arrivo, che invece è fondamentale nei pellegrinaggi che intendiamo noi: Gerusalemme, Roma o La Mecca. Senza una meta, come si sa quando si è raggiunta la purezza?”, Senza mai arrivare in cima” da Viaggio in Himalaya, ed. Einaudi.
24. già Direttore dell’Ufficio della pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana.
25. Sesana G. 2006, Pellegrini e Turisti: evoluzione del viaggio religioso, coll. Turismi e Turisti, Hoepli.
26. Dallen J. Timothy Gilbert (Arizona USA) Daniel H. Olsen (Kitchener, Ontario, Canada)(2006), Tourism, Religion and Spiritual Journeys, ed. Routledge, New York (USA).
27. BOZZATO.S., CESCHIN.F.M., FERRARA.G. 2017, Libro bianco degli itinerari di viaggio lento e della mobilità sostenibile, ed. Exorna.
28. FONDAZIONE SYMBOLA E FONDAZIONE IFEL-ANCI (2020) “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia” ; ISTITUTO RICERCHE ATTIVITÀ TERZIARIE CNR (2019) XIX Rapporto sul turismo italiano, ed. Mercury.
29. DOSIO M., CEI-ASSOCIAZIONE AD LIMINE PETRI, 2016, Pellegrino a piedi sulla via Francigena e sulle antiche vie della fede, ed. Palumbi, Roma.
30. Galantino n. 2016: Pellegrino a piedi sulla Via Francigena e sulle antiche vie della fede, sussidio e vademecum del credente, CEI, Ed. PalumbI.
31. El-Gohary Hatem, Edwards David, John Eid Riyad (2017): «Though interest has increased, religious tourism is vastly underrepresented in modern research and not much is known on the subject’s presence in most countries» in Global Perspectives on Religious Tourism and Pilgrimage, ed. IGI Global.
32. Griffin, K.- Raj, R. (2017): The Importance of Religious Tourism and Pilgrimage: reflecting on definitions, motives and data, in International Journal of Religious Tourism and Pilgrimage, Ed. Kevin Griffin, Technological University Dublin & Razaq Raj, Leeds Beckett University.
33. The International Journal of Religious Tourism and Pilgrimage  e The Review of Religious Research 
34. Stausberg Michael, (2010) Religion and Tourism: Crossroads Destinations and Encounters , ed. Routledge.
35. Alaverdov Emalia, Bari Muhammad Waseem (2020): Global Development of Religious Tourism ed. IGI Global.
36. Olsen, D. – Trono, A. (2018). Religious pilgrimage routes and trails: sustainable development and management, ed. Commonwealth Association CABI. Birmingham (GB), CABI Religious Tourism and Pilgrimage Series.
37. Harsimran Chadha, Preeti Onkar (2015): Changing Cities in the Perspective of Religious Tourism – A case of Allahabad, (Rel: International Conference on Emerging Trends in Engineering, Science and Technology (ICETEST – 2015) Bhopal, India.
38. Nimrod Luz, (2020), Pilgrimage and religious tourism in Islam, Social Behavior and Land of Israel Studies, Kinneret College on the Sea of Galilee, Israel.
39. Ricketts, J. Robert, Jeremy ha un account Tourism to Sacred Places in America: A Spatial, Bethel University of Tennessee McKenzie, Tennessee (USA), ed. Oxford Research, New York (USA).
40. Griffin, K. (2018). Religious tourism in Asia: tradition and change through case studies and narratives. Birmingham (UK): Commonwealth Association CABI, CABI Religious Tourism and Pilgrimage Series.
41. A. Cugini, Religious light tourism: progettare oggi il turismo religioso, SAFAT-PFTIM, 2019.
42. Oggi ci si pone il problema di un ampio ripensamento del finanziamento dei Cammini da parte degli interlocutori istituzionali e stakeholders (MIC&MIT, Comuni, Regioni, operatori, editori, studiosi, ecc.) e l’occasione del PTRR attesta l’attenzione sui Cammini nel PTRR Turismo e Cultura 4.0, Misure di finanziamento a favore di Rigenerazione dei piccoli siti culturali, del patrimonio culturale, religioso, rurale. Esse finanzieranno la progettazione e la realizzazione dal basso, stanziando: 0,2 Mld. per l’ATTRATTIVITA’ DEI BORGHI, 0,60 Mld. per la TUTELA E VALORIZZAZIONE DELL’ARCHITETTURA E DEL PAESAGGIO RURALE, 0,30 Mld. per i PROGRAMMI PER VALORIZZARE L’IDENTITA’ DEI LUOGHI, PARCHI E GIARDINI STORICI. In particolare, la Misura 2 riguarda la rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso.
43. Agnisola G., Presentazione, Cugini A.: Religious light tourism: progettare oggi il turismo religioso, ibidem.
44. Koren-Lawrence, Collins-Kreiner, (2019). “Visitors with their ‘Backs to the archaeology’: religious tourism and archaeology, Journal of Heritage Tourism, 14:2, 138-149.
45. “Whereas the study of conflict has been widely addressed in the tourism arena (Dredge, 2010; Poria, Butler & Airey, 2003b; Timothy, 2013; Yang, Ryan & Zhang, 2013), the conflicts surrounding religious tourism to archaeological sites have received less systematic attention. The discussion of the tension between sanctity and archaeology as a whole touches upon the complex and charged relationship between religion and science, between tradition and scientific truth, and between holy places and historic sites“.
46. Kurmanaliyeva, 2014, Religious tourism as a sociocultural phenomenon of the present: “The unique sense today is a universal value tomorrow. This is the way religions are created and values are made.”, Kazakistan
47. CUGINI A. 2021, Religious tourism and Sustainability: From Devotion to Spiritual Experience in Tourism in The Mediterranean Sea: An Italian Perspective, GRASSO F., SERGI B. (ed), Sperling Publ., London
48. Rodrigues A.P, (2019) Stakeholder Perceptions of Religious Tourism and Local Development: Evidence from Lamego (Portugal) historic town in International Journal of Religious Tourism and Pilgrimage, studio presentato al 10° “convegno internazionale Turismo religioso e Pellegrinaggio” a Santiago di Compostela 2018.